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GALILEO - INFINITA È LA TURBA DE GLI SCIOCCHI

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Galileo Galilei di J. Sustermans (Galleria degli Uffizi, Firenze )



Signor Sarsi, infinita è la turba de gli sciocchi, cioè di quelli che non sanno nulla; assai son quelli che sanno pochissimo di filosofia; pochi son quelli che ne sanno qualche piccola cosetta; pochissimi quelli che ne sanno qualche particella; un solo Dio è quello che la sa tutta. Sì che, per dir quel ch’io voglio inferire, trattando della scienza che per via di dimostrazione e di discorso umano si può da gli uomini conseguire, io tengo per fermo che quanto più essa participerà di perfezzione, tanto minor numero di conclusioni prometterà d’insegnare, tanto minor numero ne dimostrerà, ed in conseguenza tanto meno alletterà, e tanto minore sarà il numero de’ suoi seguaci: ma, per l’opposito, la magnificenza de’ titoli, la grandezza e numerosità delle promesse, attraendo la natural curiosità de gli uomini e tenendogli perpetuamente ravvolti in fallacie e chimere, senza mai far loro gustar l’acutezza d’una sola dimostrazione, onde il gusto risvegliato abbia a conoscer l’insipidezza de’ suoi cibi consueti, ne terrà numero infinito occupato.


Saggiatore, IX

 


THE CROWD OF FOOLS IS INFINITE


The crowd of fools who know nothing, Sarsi, is infinite. Those who know very little of philosophy are numerous. Few indeed are they who really know some part of it, and only One knows all. To put aside hints and speak plainly, and dealing with science as a method of demonstration and reasoning capable of human pursuit, I hold that the more this partakes of perfection the smaller the number of propositions it will promise to teach, and fewer yet will it conclusively prove. Consequently, the more perfect it is the less attractive it will be, and the fewer its followers. On the other band magnificent titles and many grandiose promises attract the natural curiosity of men and hold them forever involved in fallacies and chimeras, without ever offering them one single sample of that sharpness of true proof by which the taste may be awakened to know how insipid is the ordinary fare of philosophy. Such things will keep an infinite number her of men occupied.


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