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PROPONE PEREIRA - GABER/LUPORINI, LA DEMOCRAZIA

ITA/ENG

Translation by Francesco Zevio



Giorgio Gaber con Sandro Luporini

Dopo anni di riflessione sulle molteplici possibilità che ha uno stato di organizzarsi ho capito che la democrazia... è il sistema più democratico che ci sia.


Dunque c’è la dittatura, la democrazia e... basta. Solo due. Credevo di più. La dittatura chi l’ha vista sa cos’è, gli altri si devono accontentare di aver visto solo la democrazia.

lo, da quando mi ricordo, sono sempre stato democratico, non per scelta, per nascita. Come uno che appena nasce è cattolico, apostolico, romano. Cattolico pazienza, apostolico non so cosa sia, ma anche romano...


Va be’, del resto come si fa oggi a non essere democratici? Sul vocabolario c’è scritto che la parola "democrazia" deriva dal greco e significa "potere al popolo". L’espressione è poetica e suggestiva. Sì, ma in che senso potere al popolo? Come si fa? Questo sul vocabolario non c’è scritto.


Però si sa che dal ‘45, dopo il famoso ventennio, il popolo italiano ha acquistato finalmente il diritto di voto. È nata così la “Democrazia rappresentativa” nella quale tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi sia e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni. E che se io incontri ti dice: “Lei non sa chi sono io!” Questo è il potere del popolo.


Ma non è solo questo. Ci sono delle forme ancora più partecipative. Per esempio il referendum è addirittura una pratica di “Democrazia diretta”... non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio ha qualche difficoltà. Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire un “Sì” se vuoi dire no e un “No” se vuoi dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla. Comunque il referendum ha più che altro un valore folkloristico, perché dopo aver discusso a lungo sul significato politico dei risultati tutto resta come prima.


Un altro grande vantaggio che la democrazia offre a mia nonna, cioè al popolo, è la libertà di stampa. Nei regimi totalitari, per esempio durante il fascismo, si chiamava propaganda e tu non potevi mai sapere la verità. Da noi si chiama “informazione”, che per maggior chiarezza ha anche il pregio di esser pluralista. Sappiamo tutto. Sappiamo tutto, ma anche il contrario di tutto. Pensa che bello. Sappiamo che l’Italia va benissimo, ma che va anche malissimo. Sappiamo che l’inflazione è al 3, o al 4, o al 6, o anche al 10%. Che abbondanza! Sappiamo che i disoccupati sono il 12% e che aumentano o diminuiscono a piacere, a seconda di chi lo dice. Sappiamo dati, numeri, statistiche. Alla fine se io voglio sapere quanti italiani ci sono in Italia, che faccio? Vado sulla Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio e li conto: Zzzz! Chi va al sud. Zzzz! Chi va al nord! Altro che Istat!


Comunque è innegabile che fra un regime totalitario e uno democratico c’è una differenza abissale. Per esempio, durante il fascismo non ti potevi permettere di essere antifascista. In democrazia invece si può far tutto, tranne che essere antidemocratici. Durante il fascismo c’era un partito solo al potere. O quello o niente. In democrazia invece i partiti al potere sono numerosi e in crescita. Alle ultime elezioni, fra partiti, liste autonome, liste di area, gruppi misti, eccetera, ce ne sono stati duecentoquarantotto. Più libertà di cosi si muore!


Del resto una delle caratteristiche della democrazia è che si basa esclusivamente sui numeri… come il gioco del Lotto, anche se è meno casuale, ma più redditizio. Più largo è il consenso del popolo, più la democrazia, o chi per lei, ci guadagna.

Quello del popolo è sempre stato un problema, per chi governa. Se ti dà il suo consenso vuol dire che ha capito, che è cosciente, consapevole, e anche intelligente. Se no è scemo.


Comunque l’importante è coinvolgere più gente possibile. Intendiamoci, la democrazia non è nemica della qualità. È la qualità che è nemica della democrazia. Mettiamo come paradosso che un politico sia un uomo di qualità. Mettiamo anche che si voglia mantenere a livelli alti. Quanti lo potranno apprezzare? Pochi, pochi ma buoni.


No, in democrazia ci vogliono i numeri, e che numeri. Bisogna allargare il consenso, scendere alla portata di tutti. Bisogna adeguarsi.

E un’adeguatina oggi, un’adeguatina domani... e l’uomo di qualità a poco a poco ci prende gusto... e “tac”, un’altra abbassatina... poi ce n’è un altro che si abbassa di più, e allora anche lui... “tac”... “tac”... ogni giorno si abbassa di cinque centimetri.


E così, quando saremo tutti scemi allo stesso modo, la democrazia sarà perfetta.


 


THE DEMOCRACY



After years of reflecting on the many possibilities that a state has to organize itself, I realized that democracy… is the best democratic system.


So there is dictatorship, democracy and… and that’s it. Only two. I believed more! Those who have seen a dictatorship know what it is, others must be content with having only seen democracy.

For as long as I can remember, I have always been a democratic… not by choice, but by birth. As someone who’s born Catholic, apostolic, Roman. As for “catholic”, oh well… “apostolic” I do not know what it is… but also Roman!


Okay, after all, how can you not be democratic today? In the dictionary it is written that the word “democracy” derives from Greek and means “power to the people”. The expression is poetic and suggestive. Yes, but “power to the people” in what sense? How to actually do it? This is not written in the dictionary.


However, it is widely known that since 1945, after the famous twenty years of fascist dictatorship, the Italian people have finally acquired the right to vote. Thus was born the “Representative Democracy” in which you delegate a party that chooses a coalition that chooses a candidate (that you don’t know who he is) and that you delegate to represent yourself for five years. And that if by chance you meet him he tells you: “You do not know who I am!” This is the power of the people.


But it’s not just this. There are even more participatory forms. For example, the referendum is a practice – not so practical – of “direct democracy” through which everyone can express his or her opinion on everything. Except that if my grandmother has to decide on the Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio she has some difficulties. That’s also because she’s from Venice… but luckily she just has to say a Yes if she wants to say “no” and a No if she wants to say “yes”. Either way, she has a 50% chance of getting it right. However, the referendum has more of a folkloristic value than anything else… in fact, after having discussed at length the political significance of the results, everything remains as it was before.


Another great advantage that democracy offers to my grandmother, the people, is freedom of press. In totalitarian regimes, for example during fascism, it was called “propaganda” and you could never know the truth. Here it is called “information”, which for greater clearness also has the advantage of being pluralist. We know everything. We know everything, but also the opposite of everything. Think how nice it is: we know that Italy is doing very well, but that it is also going very badly. We know that inflation is at 3, or 4, or 6, or even 10%. What an abundance! We know that 12% are unemployed and that they increase or decrease at will, depending on who says it. We know data, numbers, statistics. In the end, if I want to know how many Italians there are in Italy, what should I do? I go to the Variante di Valico Barberino-Roncobilaccio and count them: Zzzz! One going south. Zzzz! One going north! Much better than ISTAT ("Italian National Institute of Statistics")!


However, it is undeniable that there is an abysmal difference between a totalitarian and a democratic regime. For example, during Fascism you couldn’t allow to be an anti-Fascist. In a democracy, on the other hand, you can do everything, except to be undemocratic. During fascism there was only one party in power. Either that or nothing. In a democracy, on the other hand, the parties in power are numerous and growing. In the last elections, between parties, autonomous lists, area lists, mixed groups, etc., there were two hundred and forty-eight. More freedom than this… you can only die.


After all, one of the characteristics of democracy is that it is based exclusively on numbers. Like the game of Lotto, even if it is less casual, but more profitable. The wider the consensus of the people, the more democracy, or whoever it is, gains. That of the people has always been a problem for those who govern. If it gives you its consent, it means that it has understood, that it is conscious, aware, and also intelligent. If not, it’s stupid.


However, the important thing is to involve as many people as possible. Mind you, democracy is not the enemy of quality. It is quality that is the enemy of democracy. Let’s put it as a paradox that a certain politician is a man of quality. Let’s also assume that he wants to keep at high levels. How many will appreciate it? Few… few but good.


No! In a democracy you need numbers… high numbers. Consensus must be broadened, within everyone’s reach. We must adapt. And a small adaptation today, another small adaptation tomorrow, and the quality man gradually gets a taste for it… and tock, another lowering… then there is another that is he lowers more, and then he too… tock…tock… every day he lowers by five centimetres.


And so, when we will all be equally foolish, democracy will be perfect.

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