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PUKE NEWS I - ONE LOVE QATAR WORLD CUP

FR/IT

di Paul Alberès



Perché, nel leggere alcune notizie, viene il voltastomaco? Perché qualcosa ci disgusta. Indagare, portare alla luce, porsi di fronte e quindi rendersi consapevoli dei motivi di un disgusto: questo è l’obbiettivo di questa rubrica, suggeritaci da un nostro lettore francese di cui proponiamo (e traduciamo) il testo, nell’attesa d’altri contributi d’altri lettori e collaboratori che vorranno partecipare a questa nuova rubrica.

 

Why some news we read makes we want to puke? Because something disgusts us.

To investigate, bring to light, to face and then become aware of the reasons for a disgust: this is the purpose of this column, suggested by one of our French readers of which we propose (and translate) the text, waiting for other contributions from other readers and collaborators who want to participate in this new section.



NOUVELLES NAUSÉABONDES


Le mondial au Qatar et les brassards One love. A mon avis, ce que cet épisode de l’histoire du foot nous suggère, c’est que le fait d’agir hypocritement par des automatismes idéologiques, et celui de se mentir à soi-même, sont désormais devenus des habitudes, des coutumes. Face à ce que le mondial au Qatar représente – corruption, pouvoir brutal et arrogant de l’argent, crime contre l’intelligence, cauchemar écologique, destruction du paysage et horreur esthétique, délit d’omnipotence et délire d’impunité – le choix de porter un brassard « contre toute forme de discrimination » est offensant, sinon tout à fait outrageant. Et ceci, bien entendu, ne relève pas du message en lui-même : mais de la façon dont il est instrumentalisé, par une partie de notre communauté dont l’éthique est morte et enterrée, afin de mener à bon port cette opération spéciale de blanchiment moral. Il semble que la conscience – concept obsolescent, pour la neurologie – ait finalement (ou plutôt enfin ?) été effacée. Pourtant c’est la conscience qui décide de la radicalité d’un choix. Pourquoi en avoir la nausée ? A cause de ce qu’un joueur ou un fan acceptant ce mondial, par ses actes, est en fait en train de nous dire : « malgré tout ce qui s’est passé et qui va se passer au Qatar, renoncer à disputer un match, ou à le voir, est un choix trop radical ». Jouer en portant un brassard représente déjà, pour leur conscience, une réponse suffisante. Si l’on ajoute à ceci le degré d’influence dont peuvent se vanter le football et ses vedettes sur un grand nombre de jeunes, voici que la nausée commence à s’expliquer.



 


NOTIZIE DA VOLTASTOMACO



I mondiali in Qatar e il bracciale One love. Ciò che l’analisi di questo episodio calcistico sembra suggerirci, a mio avviso, è che mentirsi e agire ipocritamente per automatismi ideologici sono ormai divenute forme d’abitudine, fatti di costume. Di fronte a ciò che rappresentano i mondiali in Qatar – corruzione, potere brutale e tracotante del denaro, crimine contro l’intelligenza, incubo ecologico, distruzione paesaggistica e obbrobrio estetico, delirio delittuoso d’onnipotenza e impunità – la scelta di indossare un bracciale “contro ogni forma di discriminazione” è come minimo offensivo, se non oltraggioso. Non per il messaggio in sé: ma per come esso venga strumentalizzato da parte di una comunità eticamente morta in questa operazione speciale di riciclaggio morale. Sembra infine (o finalmente?) che la coscienza – concetto obsoleto, per le neuroscienze – sia stata cancellata. E tuttavia è proprio la coscienza a decidere della radicalità di una scelta. Perché il voltastomaco? A causa di ciò che ci sta di fatto dicendo, tramite i suoi atti, un calciatore o tifoso che accetti il mondiale: “rispetto a ciò che è accaduto e accadrà in Qatar, rinunciare a disputare o a seguire incontri di calcio è una scelta troppo radicale”. Giocare indossando un bracciale è già una risposta sufficiente alla sua coscienza. Aggiungi il grado d’influenza di cui godono questo sport e l’olimpo dei suoi divi fra molti giovani ed eccoti spiegato, almeno in parte, il perché del voltastomaco.





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